Anarchia
Acrilico, object trouvè – Collage su tavola, 70 x 70 cm, 2009
Questo collage evidenzia come l’uso di oggetti non pittorici possa tradursi in un valore segnico capace di rievocare sia la valenza del disegno che quella della scrittura.
Tutti gli oggetti sono selezionati per il loro essere di colore nero , che è quindi una loro caratteristica originaria,e non impressa dall’autrice. Il rosso intenso del supporto è invece una campitura di colore stesa in modo tanto uniforme da farla sembrare una qualità propria del supporto.
Le forme degli oggetti, o allungate e filiformi , o piatte e sottili, sono leggibili come sagome impermeabili alla luce di quel rosso,e ,i in tutti i casi, si adagiano a definire sulla campitura colorata uno spazio equilibrato, nel quale la singolarità del profilo di ogni cosa si neutralizza nella sottomissione alla dinamica della composizione dell’insieme.
Questo disporsi secondo una profonda e rigorosa necessità d’ordine formale azzera , ad una prima percezione, l’individuazione specifica di ogni singolo oggetto, che sembra sempre essere un segno significativo all’interno di una scrittura, la quale usa le parole di un vocabolario sconosciuto come i segni di un geroglifico.
In realtà, ad una più attenta osservazione, si riconoscono nei segni di quel vocabolario degli oggetti particolari, che quindi arricchiscono il loro valore formale con la singolarità specifica del loro essere cose. Così le due linee nere in basso a destra si rivelano essere due pennelli,mentre nelle altre due linee che fanno loro da contrappeso compositivo in alto, si fanno riconoscibili una penna e una matita.
Altre cose di forma piatta si fanno pure identificare come un tacco di una scarpa, delle etichette,un fermaglio o dei bottoni. Oppure, laddove non è possibile individuare l’oggetto specifico,le forme sono comunque riconoscibili come dei brandelli di cose sopravvissute alla loro originaria integrità che possiamo comunque intuire.
Un simile dualismo di forma astratta e oggetto particolare, riporta la possibilità di lettura dell’opera su un piano metafisico che ,partendo da un contatto immediato con le cose del mondo comune, le trasfigura in un contesto significativo “altro”
Tale procedimento, caratteristico di grandissima parte della produzione artistica di Edvige Lonero, in questo caso si configura con una connotazione di tipo magico, al limite tra la formulazione di un discorso esoterico e la costruzione di un assetto totemico. Come se l’artista cercasse di sondare, al limite delle loro possibilità, la forza espressiva delle cose, una volta che, interrotto ogni legame affettivo con loro, esse riemergono in una sottomissione estetica capace di costringere la forma in un nuovo contesto visivo,nel quale , pur non smettendo di essere cose, acquistano una valenza che le allontana sia dalla loro originaria funzione, che dal ruolo assunto nel mondo reale nel quale sono state recuperate .
Infatti la loro singolarità di cose scompare sia nella comune caratteristica di essere nere che in quella della struttura formale accordata secondo similitudini geometriche, e il loro nuovo significato sembra scaturire dal la leggibilità che acquisiscono sul fondo rosso. E’ questo colore luminoso e violento a poter essere quindi, in ultima istanza letto come significante dal quale le cose-parole-segni ricevono un significato individuale. In modo tale che seppure in questo nuovo contesto esse rimangono inintelligibili come portatrici di un contenuto specifico , determinano in quel rosso una relazione significativa di tipo estetico che si sovrappone a quella funzionale del loro essere cose. Per cui i pennelli-linee nere hanno un significato formale rispetto a quel rosso che le rende “dipinti”, alla stessa maniera di un tacco di scarpa o un bottone Mutate in questo senso di segno le cose mutano infatti di valore pur rimanendo forgiate nella stessa sostanza, come avviene con il segno algebrico per i numeri, che sono positivi o negativi senza cambiare di quantità.
L’oggetto magico, nel quale Edvige tramuta l’object trouvè, diviene quindi, a partire da questa nuova fase della sua produzione artistica, un oggetto che taglia i rapporti mnemonici specifici con la vita affettiva particolare dalla quale proviene per acquistare il potere di esprimere l’intuizione della possibilità d’essere di un altro tipo di vita. Nella quale passione, dolore, incanto e paura sono assoggettati al poter magico di un’arte capace di neutralizzarli nella bellezza della forma.
This collage shows how the use of non-pictorial objects can result in a sign value capable of evoking both the valence of the drawing that that of writing.
All items are selected for their being black, which is therefore a characteristic of the original, and not impressed by the author. The deep red of the media is instead a pattern of color stretched out so much as to make it seem like a uniform quality of its support .
The shapes of the objects, or elongated and thread-like , or flat and thin , can be read as silhouettes impervious to light the red, and , in all the cases , lie to define a space balanced on colorful pattern , in which the singularity of the profile of each thing is neutralized in the submission to the dynamics of the composition of the whole.
This arranged according to a thorough and rigorous formal order need reset to an initial perception , specific identification of each object, which always seems to be a significant mark in a writing, which uses the words of a vocabulary known as the signs of a hieroglyph .
In fact, upon closer observation, recognize the signs of the vocabulary of particular objects, which then enrich their formal value with the uniqueness of their being specific things . Thus the two black lines on the bottom right turn out to be two brushes, while in the other two lines that make their composition as a counterweight at the top, you do recognize a pen and a pencil.
Other things flat shape will do as well as identify a heel of a shoe, labels, clip, or buttons. Or, if you can not locate the specific object, the forms are nonetheless recognizable as the surviving fragments of things to their original integrity that we can still guess.
A similar duality of abstract form and object, shows the possibility of reading the work on a metaphysical plane, starting from immediate contact with the things of the ordinary world, the transfigured into a meaningful context “other”.
This process, characteristic of very large part of the artistic production of Edvige Lonero , in this case it is configured with a magical connotation, the boundary between the formulation of an esoteric discourse and the construction of a totemic structure. As if the artist was trying to probe, to the limit of their ability, the expressive power of things, once, interrupted every emotional bond with them, they re-emerge in a submission aesthetics capable of forcing the form in a new visual context, in which, while not ceasing to be things, they acquire a value that is away from their original function, that of the role played in the real world in which they were recovered.
In fact, their singularity of things disappears in both the common characteristic of being black in that the formal structure given according to geometric similarity, and their new meaning seems to emerge from the readability that acquire on a red background. And this bright color to be so violent and ultimately read as a signifier by which things – words – signs receive an individual meaning. So that even in this new context they remain unintelligible as bearers of a specific content, establish a meaningful relationship that red kind of aesthetic that overlaps with that of their being functional things. For which the brushes – black lines have a formal meaning compared to red that makes ” paintings “, in the same manner of a heel of a shoe or button Mutate in this sense of sign things change fact of value forged while remaining in the same essentially, as is the case with the algebraic sign for the numbers, which are positive or negative without change of quantity.
The magic item, in which Edvige transforms the object trouvé, become, from this new phase of his career, an object that size mnemonic relationships with specific affective life which comes from the particular to buy the power to express the insight of the possibility of being of another type of life. In which passion, pain, fear and enchantment are subject to be able to magic of art capable of neutralizing the beauty of form.
Licia Sdruscia
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